Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. III, 1929 – BEIC 1846967.djvu/141

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libro decimo - cap. vi 135

si debbe provedere alla salute nostra con altro modo, perché non è in noi quella necessitá senza la quale è sempre proibito, con pene gravissime, dalle leggi canoniche, a’ secolari, imporre gravezze a’ beni o alle persone ecclesiastiche. È stata considerata questa ragione similmente da noi e dagli altri che hanno consigliato che si faccia questa legge: ma non bastando, come voi sapete, l’entrate publiche alle spese che occorreranno, ed essendo state sí lungamente e sí gravemente affaticate le borse vostre, ed essendo manifesto che nella guerra aranno a ogn’ora a essere di nuovo affaticate, chi è quello che non vegga essere molto conveniente e necessario che le spese che si faranno per difenderci dalla guerra mossa dalle persone ecclesiastiche si sostenghino in qualche parte co’ danari delle persone ecclesiastiche? cosa molte altre volte usata nella nostra cittá e molto piú da tutti gli altri príncipi e republiche, ma non giá mai, né qui né altrove, con maggiore moderazione e circospezione; poiché non s’hanno a spendere in altro uso, anzi s’hanno a depositare in luogo sicuro, per restituirgli, se il timore nostro sará stato vano, a’ religiosi medesimi. Se adunque il pontefice non ci moverá la guerra non spenderemo i danari degli ecclesiastici, né quanto allo effetto aremo imposto loro gravezza alcuna; se ce la moverá, chi si potrá lamentare che con tutti i modi a noi possibili ci difendiamo da una guerra tanto ingiusta? Che cagione gli dá questa republica, che per necessitá non per volontá, come a lui è notissimo, ha tollerato che a Pisa si chiami il concilio, per la quale si possa dire che l’abbiamo provocato o irritato? se giá non si dice provocare o irritare chi non porge il collo o il petto aperto allo assaltatore. Benché, non lo provoca o irrita chi si prepara a difendersi, chi si mette in ordine per resistere alla sua ingiusta violenza; ma lo provocheremmo o irriteremmo se non ci provedessimo, perché, per la speranza della facilitá della impresa, diventerebbe maggiore lo impeto e l’ardore che ha di distruggere da’ fondamenti la vostra libertá. Né vi ritenga il timore di offendere il nome divino; perché il pericolo è sí grave e sí evidente, e sono tali i bisogni e le necessitá