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libro decimo - cap. xvi | 203 |
contro all’onore e utilitá sua e nelle sue terre, vilipesa totalmente l’autoritá del concilio, aderissino alla Chiesa romana, riconoscendo con somma riverenza il cardinale prigione come apostolico legato.
Per la tregua ratificata da Cesare, ancora che gli agenti suoi che erano in Verona la negassino, revocò il re di Francia parte delle genti che aveva alla guardia di quella cittá come se piú non vi fussino necessarie, e perché, avendo richiamato di lá da’ monti per le minaccie del re di Inghilterra i dugento gentiluomini, gli arcieri della sua guardia e dugento altre lancie, conosceva, per il sospetto che augumentava de’ svizzeri, avere bisogno di maggiore presidio nel ducato di Milano. E per la medesima cagione aveva astretti i fiorentini a mandargli in Lombardia trecento lancie, come per la difesa degli stati suoi di Italia erano tenuti per i patti della confederazione; la quale perché finiva fra due mesi, gli costrinse, essendo ancora fresca la riputazione della vittoria, a confederarsi di nuovo seco per cinque anni, obligandosi alla difesa dello stato loro con secento lancie, e i fiorentini promettendogli all’incontro quattrocento uomini d’arme per la difesa di tutto quello possedeva in Italia: benché, per fuggire ogni occasione di implicarsi in guerra col papa, eccettuorno dall’obligazione generale della difesa la terra di Cotignuola, come se la Chiesa vi potesse pretendere ragione.
XVI
Ma giá sopragiugnevano apertamente alle cose del re gravissimi pericoli; perché i svizzeri aveano finalmente deliberato di concedere seimila fanti agli stipendi del pontefice, che gli