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e gli altri di Italia, quando trovasse la corrispondenza conveniente, i quali sperava che, commossi da questa tregua col re, sarebbeno piú pronti a convenire seco per la difesa comune. Inserí nello instrumento della tregua il nome di Cesare e del re di Inghilterra, con tutto che con loro non avesse comunicato cosa alcuna; e fu cosa ridicola che ne’ medesimi dí che la si bandiva solennemente per tutta Spagna venne uno araldo a significargli, in nome del re d’Inghilterra, gli apparati potentissimi che e’ faceva per assaltare la Francia e a sollecitare che egli medesimamente movesse, secondo che aveva promesso, la guerra dalla parte di Spagna.

La tregua fatta in questo modo spaventò sommamente in Italia gli animi di coloro a’ quali era molesto lo imperio de’ franzesi, tenendosi quasi per certo da tutti che il re di Francia non avesse a tardare a mandare l’esercito di qua da’ monti e che, per l’ostinazione di Cesare alla pace, i viniziani avessino a unirsi seco; a’ quali resistere pareva molto difficile, perché l’esercito spagnuolo, ancora che dallo stato di Milano afflitto da spese infinite avesse tratto alcuna volta qualche somma di danari, non aveva piú modo a sostentarsi. Del nuovo pontefice non si comprendeva ancora quale fusse la intenzione: perché, benché secretamente desiderasse che la potenza del re di Francia avesse per termine i monti, nondimeno, nuovo nel pontificato, e confuso non meno che gli altri dalla tregua fatta dal re cattolico nel tempo che si credeva avesse applicati i pensieri alla guerra, stava coll’animo molto sospeso; sdegnato ancora che, ricercando con grande instanza che alla Chiesa fussino restituite Parma e Piacenza, il darne speranza era pronto, l’esecuzione procedeva lentamente; desiderando tutti gli altri conservarle al ducato di Milano, e per avventura sperando che il desiderio di recuperarle lo inducesse alla difesa di quello stato. Parevano piú certo e piú potente presidio i svizzeri ma, considerando non potersi né da Massimiliano Sforza né da altri pagare i danari che, secondo le convenzioni, erano necessari al muovergli, si temeva che nel maggiore bisogno ricusassino di scendere nello stato di Milano.