Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. III, 1929 – BEIC 1846967.djvu/333

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libro duodecimo - cap. vii 327

animo di muovere l’armi subito o differire all’anno futuro, perché la facilitá appariva presente ma non apparivano segni di preparazione.

Nella quale incertitudine, il pontefice, ancoraché gli fusse molestissimo che il re recuperasse quello stato, lo confortò, molto efficacemente, che col differire non corrompesse l’occasione presente; dimostrando le cose essere male preparate a resistere, perché l’esercito spagnuolo era diminuito e non pagato, i popoli dello stato di Milano poveri e ridotti in ultima disperazione, e non vi essere chi potesse dare danari per muovere i svizzeri: le quali persuasioni avevano maggiore autoritá perché, non molto innanzi che si facesse la pace col re di Inghilterra, dimostrando d’avere desiderio ch’egli recuperasse Genova, gli aveva dato qualche speranza di indurre Ottaviano Fregoso a convenire seco. Non è dubbio che in questa cosa il pontefice non procedeva sinceramente, ma si crede lo movesse o perché vedendo le cose mal proviste e dubitando che il re di Francia non facesse eziandio senza suoi conforti questa espedizione, perché aveva le genti d’arme parate e molti fanti tedeschi, volesse con tale arte preoccupare la sua amicizia, o che, procedendo con maggiore astuzia, sapesse essere vero quello che Cesare e il re cattolico affermavano e il re di Francia negava: che gli fusse proibito muovere, durante la tregua, l’armi contro allo stato di Milano; e però, persuadendosi che il re negherebbe il fare la impresa, gli paresse fargli buono concetto della sua disposizione, e prepararsi scusa se da lui ne fusse ricercato ad altro tempo. E successe la cosa secondo il disegno suo: perché il re, deliberato, o per la cagione predetta o per avere difficoltá di denari o per la propinquitá del verno, di non muovere l’armi insino alla primavera, e dimostrando confidare che anche a quello tempo non gli mancherebbe il favore del pontefice, rispondeva allegando varie escusazioni della dilazione, ma tacendo sempre quella, che forse era la principale, della tregua che ancora durava. Aveva nondimeno inclinazione a tentare le cose di Genova o almanco di soccorrere la Lanterna, la quale per