Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. III, 1929 – BEIC 1846967.djvu/377

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libro duodecimo - cap. xvi 371

derazione che avevano fatto col re Luigi, e che avendo contrafatto avesse a dichiarare la pena, il che il re diceva dimandare piú per onore suo che per altra cagione. E fatta la conclusione, Tricarico andò subito in poste a Roma per persuadere al pontefice la ratificazione; e Lorenzo, acciò che il viceré avesse cagione di partirsi piú presto, ritirò a Parma e Reggio le genti che erano a Piacenza, ed egli andò al re per farsegli grato e persuadergli, secondo gli ammunimenti artificiosi del zio, di volere in ogni evento delle cose dipendere da lui. Non fu senza difficoltá indurre il pontefice alla ratificazione, perché gli era molestissimo il perdere Parma e Piacenza, e arebbe volentieri aspettato di intendere prima quel che deliberassino i svizzeri: i quali, convocata la dieta a Zurich, cantone principale di tutti gli elvezi e inimicissimo a’ franzesi, trattavano di soccorrere il castello di Milano, nonostante che avessino abbandonato le valli e le terre di Bellinzone e di Lugarno ma non le fortezze, benché il re pagati seimila scudi al castellano ottenesse quella di Lugarno; ma non abbandonorono giá i grigioni Chiavenna. Nondimeno, dimostrandogli Tricarico essere pericolo che il re non assaltasse senza dilazione Parma e Piacenza e mandasse gente in Toscana, e magnificando il danno che i svizzeri avevano ricevuto nella giornata, fu contento ratificare; con modificazione però di non avere egli o suoi agenti a consegnare Parma e Piacenza, ma lasciandole vacue di sue genti e di suoi officiali, permettere che il re se le pigliasse; che il pontefice non fusse tenuto a levare le genti da Verona per non fare questa ingiuria a Cesare, ma bene prometteva da parte di levarle presto con qualche comoda occasione; e che i fiorentini fussino assoluti dalla contrafazione pretensa della lega. Fu anche in questo accordo che il re non pigliasse protezione di alcuno feudatario o suddito dello stato della Chiesa, né solo [non] vietare al pontefice come superiore loro il procedere contro a essi e il gastigargli, ma eziandio obligandosi, quando ne fusse ricercato, a dargli aiuto. Trattossi ancora che il pontefice e il re si abboccassino in qualche luogo comodo insieme, cosa