Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. III, 1929 – BEIC 1846967.djvu/388

Da Wikisource.
382 storia d'italia

regno di Napoli per la grandezza del re di Francia, trattava con Cesare e col re di Inghilterra che di nuovo si movessino l’armi contro a lui: il che non solamente non era stato difficile persuadere a Cesare, desideroso sempre di cose nuove, e il quale da se stesso difficilmente poteva conservare le terre tolte a viniziani; ma ancora il re di Inghilterra, potendo meno in lui la memoria dell’avere il suocero violatogli le promesse che la emulazione e l’odio presente contro al re di Francia, vi assentiva. Stimolavalo oltre a questo il desiderio che il re di Scozia pupillo fusse governato per uomini o proposti o dependenti da lui. Le quali cose si sarebbono tentate con maggiore consiglio e con maggiori forze se, mentre si trattavano, non fusse succeduta la morte del re d’Aragona; il quale, afflitto da lunga indisposizione, morí del mese di [gennaio], mentre andava colla corte a Sibilia, in Madrigalegio, villa ignobilissima. Re di eccellentissimo consiglio e virtú, e nel quale, se fusse stato costante nelle promesse, non potresti facilmente riprendere cosa alcuna; perché la tenacitá dello spendere, della quale era calunniato, dimostrò facilmente falsa la morte sua, conciossiaché avendo regnato [quarantadue] anni non lasciò danari accumulati. Ma accade quasi sempre, per il giudicio corrotto degli uomini, che ne’ re è piú lodata la prodigalitá, benché a quella sia annessa la rapacitá, che la parsimonia congiunta con la astinenza della roba di altri. Alla virtú rara di questo re si aggiunse la felicitá rarissima, perpetua, se tu levi la morte dell’unico figliuolo maschio, per tutta la vita sua: perché i casi delle femmine e del genero furno cagione che insino alla morte si conservasse la grandezza; e la necessitá di partirsi, dopo la morte della moglie, di Castiglia fu piú tosto giuoco che percossa della fortuna. Tutte l’altre cose furno felicissime. Di secondogenito del re di Aragona, morto il fratello maggiore, [ottenne quel reame], pervenne, per mezzo del matrimonio contratto con Isabella, al regno di Castiglia; scacciò vittoriosamente gli avversari che competevano al medesimo reame; recuperò poi il regno di Granata, posseduto dagli inimici della nostra fede poco