Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. III, 1929 – BEIC 1846967.djvu/80

Da Wikisource.
74 storia d'italia

gli costrignerá a fare il medesimo; come indubitatamente arebbono fatto, giá molti dí, se da principio si fusse seguitato questo parere. —

Conobbeno tutti per le efficaci ragioni del savio capitano, quando le difficoltá erano giá presenti, quello che egli, quando erano ancora lontane, aveva conosciuto. Però approvato da tutti il suo parere, Ciamonte, lasciato al duca di Ferrara per sicurtá sua maggiore numero di gente, si mosse coll’esercito per il cammino medesimo verso Carpi; non avendo né anche conseguito che il marchese di Mantova si dichiarasse, che era stata una delle cagioni allegata principalmente da coloro che aveano consigliato contro all’opinione del Triulzo. Perché il marchese, desiderando conservarsi in queste turbolenze neutrale, come s’approssimava il tempo nel quale aveva data speranza di dichiararsi, pregava con varie scuse che gli fusse permesso il differire ancora qualche dí: al pontefice dimostrando il pericolo evidente che gli soprastava dall’esercito franzese; a Ciamonte supplicando che non gli interrompesse la speranza che aveva, che ’l papa, in brevissimo spazio di tempo, gli renderebbe il figliuolo. Ma né anche il disegno di occupare Modona procedette felicemente, facendo maggiore impedimento l’astuzia e i consigli occulti del re d’Aragona che l’armi del pontefice. Era stato molesto a Cesare che il pontefice avesse occupato Modona, cittá stata riputata lunghissimo tempo di giurisdizione dello imperio, e tenuta moltissimi anni dalla famiglia da Esti co’ privilegi e investiture de’ Cesari; e con tutto che con molte querele avesse fatta instanza che la gli fusse conceduta, il pontefice, che delle ragioni di quella cittá o sentiva o pretendeva altrimenti, era stato da principio renitente, massimamente mentre sperò dovergli essere facile l’occupare Ferrara. Ma scoprendosi poi manifestamente in favore da Esti l’armi franzesi, né potendo sostenere Modona se non con gravi spese, aveva cominciato a gustare il consiglio del re d’Aragona; il quale lo confortò che, per fuggire tante molestie, mitigare l’animo di Cesare e tentare di fare nascere alterazione tra il