Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. IV, 1929 – BEIC 1847812.djvu/195

Da Wikisource.

libro quintodecimodecimo - cap. iii 189


Per le quali cose il pontefice commosso tanto piú contro al re di Francia, e cominciando quotidianamente a consultare col cardinale de’ Medici, finalmente, risonando ogni dí piú la fama della venuta de’ franzesi, deliberando di opporsi loro, narrò nel collegio de’ cardinali, fatta prima la solita prefazione de’ pericoli imminenti dal principe de’ turchi, il re di Francia solo essere cagione che dalla cristianitá non si rimovesse tanto pericolo, perché pertinacemente ricusava di consentire alla tregua che si trattava; e che appartenendo a lui, come a vicario di Cristo e successore del principe degli apostoli, provedere quanto per lui si poteva alla conservazione della pace, il zelo della salute comune lo costrigneva a unirsi con coloro che s’affaticavano acciò che Italia non si turbasse, perché dalla quiete o dalla turbazione di quella nasceva la quiete o la turbazione di tutto il mondo. In conformitá del quale ragionamento, ed essendo per tale effetto venuto il viceré di Napoli a Roma, fu stipulata, il terzo dí d’agosto, lega e confederazione tra il pontefice, Cesare, il re d’Inghilterra, l’arciduca d’Austria, il duca di Milano, il cardinale de’ Medici e lo stato di Firenze congiunti insieme, e i genovesi, per la difesa d’Italia, da durare durante la vita de’ confederati e uno anno dopo la morte di qualunque di loro; riservato luogo a ciascuno di entrarvi, pure che fusse accettato dal pontefice, Cesare, il re d’Inghilterra e lo arciduca, e desse cauzione di usare nelle querele sue la via della ragione e non dell’armi. Congregassesi per opporsi contro a chi volesse assaltare in Italia alcuno de’ collegati, uno esercito, nel quale il pontefice mandasse dugento uomini d’arme, Cesare ottocento, i fiorentini dugento, il duca di Milano dugento e dugento cavalli leggieri; provedessino il pontefice, Cesare e il duca di Milano l’artiglierie e le munizioni con tutte le spese appartenenti: che, per soldare i fanti necessari all’esercito e per fare l’altre spese che bisognano nelle guerre, pagasse il papa ciascuno mese ducati ventimila, altrettanti il duca di Milano e la medesima somma i fiorentini, pagassene Cesare trentamila, tra Genova Siena e Lucca diecimila, restando però i genovesi obligati