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libro tredicesimo - cap. iv | 15 |
con grandissima indegnazione, o la negligenza o la viltá di Brunoro e di Giovambatista da Stabbia, i quali erano presenti, avergli tolta quel dí la vittoria della guerra. Questa fu la prima ma non giá sola occasione di prospero successo che perdesse l’esercito di Lorenzo, perché e di poi ne perdé dell’altre maggiori; e seguitorono continuamente più perniciosi disordini, accompagnandosi con la fortuna avversa i cattivi consigli.
IV
Le castella di Orciano e Sorbolungo, poste in luogo eminente, sono distanti l’uno dall’altro poco piú di due miglia; nel mezzo sono tutte colline e monticelli, e uno castello chiamato Barti, dove era alloggiata parte della gente di Francesco Maria: nella quale propinquitá degli eserciti si attese tutto il dí seguente a scaramucciare. Vari erano i consigli tra i capitani dell’esercito di Lorenzo: perché alcuni, e quegli massime dalla sentenza de’ quali non pendeva la deliberazione, confortavano che si andasse ad assaltare gli inimici, parendo forse loro, senza mettere né sé né altri a pericolo, col proporre vanamente consigli arditi acquistare nome di coraggiosi; ma Renzo e Vitello, il parere de’ quali era sempre seguitato da Lorenzo, dissuaseno questo consiglio, perché gli inimici erano alloggiati in sito forte, avevano il castello a ridosso dove non poteva andarsi se non per cammino difficile: dannando ancora il soprasedere in quegli luoghi come cosa inutile e da non partorire l’effetto per il quale si erano mossi da Pesero; perché essendo Sorbolungo in potestá di Francesco Maria, era molto difficile impedire le vettovaglie del Vicariato. Con le