Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. IV, 1929 – BEIC 1847812.djvu/291

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libro sestodecimo - cap. v 285

con la quale è stata acquistata, e per essersi vinti inimici potentissimi e molto piú abbondanti di noi delle provisioni necessarie alla guerra, non può negare alcuno che non sia stata espressa volontá di Dio e quasi miracolo. Però, quanto il beneficio suo è stato piú manifesto e maggiore tanto piú è obligata la Maestá vostra a riconoscerlo e a dimostrarne la debita gratitudine; il che principalmente consiste nello indirizzare la vittoria secondo che piú sia il servigio di Dio, e a quel fine per il quale si può credere che egli ve la abbia conceduta. E certamente, quando io considero in che grado sia ridotto lo stato della cristianitá, non veggo che cosa alcuna sia né piú santa né piú necessaria né piú grata a Dio che la pace universale tra i príncipi cristiani: conciossiaché si tocchi con mano che senza questa la religione, la fede sua, il bene vivere degli uomini ne vanno in manifestissima ruina. Abbiamo da una parte i turchi, che per le nostre discordie hanno fatto contro a’ cristiani tanto progresso, e ora minacciano l’Ungheria, regno del marito della sorella vostra; e se pigliano l’Ungheria (come, se i príncipi cristiani non si uniscono, senza dubbio piglieranno) aranno aperta la strada alla Germania e alla Italia. Dall’altra parte, questa eresia luteriana, tanto inimica a Dio, tanto vituperosa a chi la può opprimere, tanto pericolosa a tutti i príncipi, ha giá preso tale piede che se non si provede si empie il mondo di eretici, né si può provedere se non con l’autoritá e potenza vostra; le quali mentre che voi siate impegnato in altre guerre non possono adoperarsi a estirpare questo perniciosissimo veleno. Dipoi, quando bene al presente né di turchi né di eretici si temesse, che cosa piú brutta piú scelerata piú pestifera, che tanto sangue de’ cristiani, che si potrebbe spendere gloriosamente per augumentare la fede di Cristo o almanco riserbare a tempi piú necessari, si spanda per le passioni nostre inutilmente, accompagnato da tanti stupri da tanti sacrilegi e opere nefande: mali che chi ne è cagione per volontá non può sperarne da Dio perdono alcuno, chi gli fa per necessitá non merita di essere escusato, se almanco non ha determinata intenzione di rimediare come prima ne