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324 storia d'italia

suo palazzo gli fusse conceduto per alloggiamento, rispose, con grandezza di animo castigliana: non potere dinegare a Cesare quanto voleva, ma che sapesse che, come Borbone se ne fusse partito, l’abbrucierebbe, come palazzo infetto dalla infamia di Borbone e indegno di essere abitato da uomini d’onore. Ma gli onori fatti da Cesare al duca di Borbone accrescevano la diffidenza de’ franzesi; i quali, per questo, e piú per il ritorno senza effetto di madama di Alanson, sperando poco nello accordo, ancora che continuamente per uomini propri che avevano appresso a Cesare si praticasse, instavano quanto potevano di fare la lega col pontefice: a che intervenivano i conforti e l’autoritá del re d’Inghilterra, le spesse ed efficaci instanze de’ viniziani. E si aggiunse una opportunitá senza dubbio grande, che in questi dí, che fu al principio di dicembre, morí il marchese di Pescara; forse per giusto giudizio di Dio, che non comportò che egli godesse il frutto di quel seme che aveva seminato con tanta malignitá.

Era costui di casa di Avalos, di origine catelano; i maggiori suoi erano venuti in Italia col re don Alfonso di Aragona, che primo di quella casa acquistò il reame di Napoli; e cominciando dalla giornata di Ravenna, nella quale ancora giovanetto fu fatto prigione, era intervenuto in tutte le guerre che avevano fatte gli spagnuoli in Italia; in modo che, giovane di etá, che non passava trentasei anni, era giá vecchio di esperienza. Ingegnoso, animoso, molto sollecito e molto astuto, e in grandissimo credito e benivolenza appresso alla fanteria spagnuola, della quale era stato lungamente capitano generale; in modo che e la vittoria di Pavia e, giá qualche anno, tutte le onorevoli fazioni fatte da quello esercito erano principalmente succedute per il consiglio e per la virtú sua. Capitano certamente di valore grande, ma che con artifici e simulazioni sapeva assai favorire e augumentare le cose sue. Il medesimo, altiero insidioso maligno, senza alcuna sinceritá, e degno, come spesso diceva desiderare, di avere avuto per patria piú presto Spagna che Italia.

Confuse adunque assai la morte sua quello esercito, ap-