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zione, che e’ potetteno aspettare il ritorno della prospera fortuna, fu uomo di somma liberalitá; se però si conviene questo nome a quello spendere eccessivo che passa ogni misura. In costui, assunto al pontificato, apparí tanta magnificenza e splendore e animo veramente regale che e’ sarebbe stato maraviglioso eziandio in uno che fusse per lunga successione disceso di re o di imperadori: né solo profusissimo di danari ma di tutte le grazie che sono in potestá di uno pontefice; le quali concedeva sí smisuratamente che faceva vile l’autoritá spirituale, disordinava lo stile della corte, e per lo spendere troppo si metteva in necessitá di avere sempre a cercare danari per vie estraordinarie. A questa tanta facilitá era aggiunta una profondissima simulazione, con la quale aggirava ognuno nel principio del suo pontificato, e lo fece parere principe ottimo; non dico di bontá apostolica, perché ne’ nostri corrotti costumi è laudata la bontá del pontefice quando non trapassa la malignitá degli altri uomini; ma era riputato clemente, cupido di beneficare ognuno e alienissimo da tutte le cose che potessino offendere alcuno. Il medesimo fu deditissimo alla musica alle facezie e a’ buffoni; ne’ quali sollazzi teneva il piú del tempo immerso l’animo, che altrimenti sarebbe stato volto a fini e faccende grandi, delle quali aveva lo intelletto capacissimo. Credettesi per molti, nel primo tempo del pontificato, che e’ fusse castissimo; ma si scoperse poi dedito eccessivamente, e ogni dí piú senza vergogna, in quegli piaceri che con onestá non si possono nominare. Ebbe costui, tra le altre sue felicitá, che furono grandissime, non piccola ventura di avere appresso di sé Giulio de’ Medici suo cugino; quale, di cavaliere di Rodi, benché non fusse di natali legittimi, esaltò al cardinalato. Perché essendo Giulio di natura grave, diligente, assiduo alle faccende, alieno da’ piaceri, ordinato e assegnato in ogni cosa, e avendo in mano per volontá di Lione tutti i negozi importanti del pontificato, sosteneva e moderava molti disordini che procedevano dalla sua larghezza e facilitá; e quel che è piú, non seguendo il costume degli altri nipoti e fratelli de’ pontefici, preponendo l’onore e la grandezza di Lione agli appoggi