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libro sestodecimo - cap. xiv |
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Dio non si straccherá di fare ogni dí per noi di quegli miracoli che tante volte ha fatti insino al presente, se la fortuna muterá natura per noi, e la sua incostanza e mutazione diventeranno in noi, contro a tutti gli esempli delle cose passate, uno esempio di costanza e di stabilitá. Abbiamo conchiuso, giá tanti mesi, in tutti i consigli nostri, che si faccia ogni opera perché gl’italiani non si unischino col governo di Francia, e ora ci precipitiamo a una deliberazione che leva tutte le difficoltá che insino a ora gli hanno tenuti sospesi, che moltiplica i pericoli nostri che moltiplica le forze degli inimici. Perché chi non sa quanto piú potente sará la lega che abbia per capo il re di Francia, libero e nel regno suo, che quella che si facesse col governo di Francia restando il re vostro prigione? Chi non sa che nissuna ragione ha tenuto insino a ora il papa ambiguo a confederarsi contro a voi se non il timore che voi non separiate i franzesi da loro con offerirgli il suo re? di che temeranno manco quando aremo i figliuoli e non lui. Cosí la medicina che noi prepariamo usare per fuggire il pericolo sará quella che senza comparazione lo accrescerá, e in cambio di interrompere questa unione saremo il mezzo noi che la si faccia, e piú stabile e piú potente. Sarammi detto: che parere è adunque il tuo? consigli tu che di tanta vittoria non si tragga alcuno profitto? abbiamo noi a stare continuamente in queste perplessitá? Io confermo quel che ho detto molte volte: che è troppo nocivo il prendere in una volta tanto cibo che lo stomaco non sia potente a comportarlo, e che è necessario o, reintegrandosi con Italia (che non dimanda altro da noi che di essere assicurata), cercare di avere dal re di Francia la Borgogna e quel piú che noi possiamo, o fare uno accordo con lui per il quale ci resti Italia a discrezione, ma sí dolce, in quanto agli interessi suoi, che gli abbi causa di osservarlo; e nella elezione tra queste due vie bisogna, Cesare, che la prudenza e la bontá vostra preponga quello che è stabile e piú giusto a quello che al primo aspetto paresse forse piú utile e maggiore. Confesso che piú ricco stato e piú opportuno a molte cose è quel di Milano