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78 storia d'italia

Francia crescessino continuamente le male inclinazioni, nondimeno né avevano cagioni molto urgenti alla guerra presente né eccedevano tanto l’uno l’altro di potenza in Italia né di alcuna opportunitá che, senza compagnia di qualcun altro de’ príncipi italiani, fussino bastanti a offendersi. Perché il re di Francia, avendo congiunti seco i viniziani alla difesa dello stato di Milano, ed essendo i svizzeri non pronti piú a fare le guerre in nome proprio ma disposti solamente a servire come soldati chi gli pagasse, non aveva cagione di temere movimento alcuno di Cesare, né per via del reame di Napoli né per via di Germania; né da altra parte aveva facilitá di offendere Cesare nel reame di Napoli, non concorrendo seco a quella impresa il pontefice; il quale ciascuno di loro, con varie offerte e arti, si cercava di conciliare: in modo che si credeva che se il pontefice, perseverando a stare di mezzo tra tutti due, stesse vigilante e sollecito a temperare, con l’autoritá pontificale e con la fede che gli darebbe la neutralitá, gli sdegni, e reprimere l’origine de’ consigli inquieti, si avesse a conservare la pace. Né si vedeva cagione che lo necessitasse a desiderare o a suscitare la guerra, perché e prima aveva tentato l’armi infelicemente e, amendue questi príncipi tanto grandi, aveva da temere parimente della vittoria di ciascuno di loro; conoscendosi chiaramente che quello che rimanesse superiore non arebbe né ostacolo né freno a sottoporsi tutta Italia. Possedeva tranquillamente e con grandissima ubbidienza lo stato amplissimo della Chiesa, e Roma e tutta la corte era collocata in sommo fiore e felicitá, piena autoritá sopra lo stato di Firenze, stato potente in quegli tempi e molto ricco; ed egli per natura dedito all’ozio e a’ piaceri, e ora per la troppa licenza e grandezza alieno sopramodo dalle faccende, immerso a udire tutto dí musiche facezie e buffoni, inclinato ancora troppo piú che l’onesto a’ piaceri che si godevano con grande infamia, pareva dovesse essere totalmente alieno dalle guerre. Aggiugnevasi che, avendo l’animo pieno di tanta magnificenza e splendore che sarebbe stato maraviglioso se per lunghissima successione fusse disceso di re grandissimi, né avendo nello