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10 storia d'italia

Francia quando il re era prigione. Pure il caso si riputava diverso: perché, pigliando l’armi contro a Cesare con tante occasioni, pareva che sí grande fusse la speranza di ricuperargli con le forze, e con questo avesse a succedere con tanta sua riputazione, che e’ non avesse causa di prestare orecchi a concordia particolare, la quale succederebbe non solo con ignominia sua ma eziandio con pregiudicio proprio, se non presente almeno futuro; perché il permettere che Cesare riducesse Italia ad arbitrio suo non poteva, alla fine, essere se non molto pericoloso al reame di Francia. Dalla quale ragione si inferiva similmente che avesse a esercitare ardentissimamente la guerra: perché pareva inutilissimo consiglio, confederandosi contro a Cesare, privarsi della recuperazione de’ figliuoli con l’osservanza della concordia; e nondimeno, da altra parte, pretermettere quelle cose per le quali poteva sperare di conseguirgli gloriosamente con l’armi.

Considerorno forse, quegli che discorsono in questo modo, piú quello che ragionevolmente si doveva fare che non considerorno quale sia la natura e la prudenza de’ franzesi: errore, nel quale certamente spesso si cade nelle consulte e ne’ giudizi che si fanno della disposizione e volontá di altri. Anzi forse non considerorono perfettamente quanto i príncipi, consci il piú delle volte della inclinazione propria ad anteporre l’utilitá alla fede, siano facili a persuadersi il medesimo degli altri príncipi; e che però il re di Francia, sospettando che il pontefice e i viniziani, come per l’acquisto del ducato di Milano fussino assicurati della potenza di Cesare, diventassino negligenti o alieni dagli interessi suoi, giudicasse essergli piú utile la lunghezza della guerra che la vittoria, come mezzo piú facile a indurre Cesare, stracco dai travagli e dalle spese, a restituirgli con nuova concordia i figliuoli. Ma movendo il pontefice le ragioni precedenti, e molto piú la penitenza di avere aspettato oziosamente il successo della giornata di Pavia, e lo essere statone morso e ripreso di timiditá da ciascuno, le voci di tutti i suoi ministri, di tutta la corte, di tutta Italia, che lo increpavano che la sedia apostolica e Italia tutta fus-