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libro decimottavo- cap. xviii 197

poverissimi; e i luoghi giá piú frequenti, pieni di ortiche e di pruni. E nondimeno, a chi era autore di tante acerbitá e di tanti supplizi succedevano tutte le cose felicemente: perché essendo il castellano di Mus accampatosi a Lecco come soldato della lega, con seicento fanti, e tolte le navi, perché gli spagnuoli che erano in Como non potessino soccorrerlo per la via del lago, Antonio de Leva, chiamati i fanti di Novara, uscito di Milano, si fermò a quindici miglia di Milano co’ tedeschi; ed espugnata la rocca di Olgina che è in ripa di Adda, stata presa prima da Mus, mandò Filippo Torniello co’ fanti italiani e spagnuoli a soccorrere Lecco, che è in su l’altra ripa del lago; dove Mus, con aiuti fatti venire da’ viniziani e dal duca di Milano, e con artiglieria avuta da’ viniziani, aveva preso tutti i passi e fortificatogli, che per l’asprezza de’ luoghi e de’ monti sono difficili. Ma gl’imperiali, occupato allo opposito il monte imminente a Lecco, poi che ebbeno fatto pruova invano di passare in piú luoghi, sforzorno finalmente dove le genti de’ viniziani guardavano; le quali Mus, o per confidare manco nella virtú loro o per mettergli in manco pericolo, aveva, posto ne’ luoghi piú aspri. Però Mus, con l’artiglieria e co’ suoi salito in su le navi, salvò la gente; non stando senza sospetto che i viniziani avessino fatto leggiera difesa per gratificare al duca di Milano, al quale non piaceva che egli pigliasse Lecco: e poco poi, per conseguire con la concordia quello che non aveva potuto conseguire con l’armi, passato nelle parti imperiali, ebbe, per virtú dell’accordo, Lecco e altri luoghi da Antonio de Leva, ottenuto anche da Ieronimo Morone, che per lettere era stato autore di questa pratica, la cessione delle sue ragioni. Dal quale accordo ebbe Antonio de Leva, nella strettezza della fame, grandissima comoditá di vettovaglie e di danari; perché il castellano, il quale aspirando a concetti piú alti assunse poi il titolo di marchese, pagò trentamila ducati, e a Milano mandò tremila sacca di frumento.

Procedeva intanto Lautrech, e a’ tre di aprile era a Rocca Manarda, lasciati a guardia di Puglia cinquanta uomini d’arme