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libro decimonono - cap. ii 213

gresso del duca di Brunsvich. Ma i registri contengono che i tedeschi batterono molti dí Sonzino, e che finalmente l’ottennono per accordo; e che molti di loro, presentatisi sbandatamente a Pizzichitone, furono ributtati. Tentorono dipoi invano Castellione, nella quale oppugnazione fu ammazzato al duca di Brunsvich il cavallo sotto; e che mentre che erano nel cremonese, il duca di Urbino, uscito di Brescia, prese per forza la terra di Palazuolo, nella quale erano Emilio e Sforza, fratelli, de’ Mariscotti, con alcuni cavalli leggieri e fanti non pagati: Emilio restò prigione e Sforza si rifuggí nella rocca; alla quale venendo il soccorso, il duca di Urbino si ritirò a Pontevico. Ne’ quali dí, o forse prima, in bresciano, il conte di Caiazzo condottiere de’ viniziani prese il luogotenente del capitano Zucchero con molti cavalli. Andò dipoi il campo a Lodi, dove, per essere stata inondata gran parte del paese, non si poteva battere se non di verso Pavia. Che il vigesimo nono dí di giugno fu dato l’assalto eziandio da’ tedeschi di Brunsvich e di Antonio de Leva, nel quale i tedeschi nuovi riportorono piccola laude.

Ma tra’ tedeschi era giá entrata la peste; e anche essendo carestia nello esercito, molti partendosi ritornavano, per le terre de’ svizzeri e de’ grigioni, alle patrie loro. A che non faceva molto diligenza in contrario Enrico duca di Brunsvich loro capitano; perché avendo in Germania, per l’esempio de’ fanti condotti da Giorgio Fronspergh, conceputo grandissime speranze, gli riuscivano in Italia le cose piú difficili che non si aveva immaginato; ed essendogli mancati i denari, gli restava quasi impossibile tenere i fanti fermi intorno a Lodi non che condurgli nel regno di Napoli. Né Antonio de Leva gli somministrava denari, anzi gliene toglieva ogni speranza querelandosi sempre della povertá di Milano; perché, poiché ebbe perduto la speranza di ottenere Lodi, non pensava né attendeva ad altro che a dare loro causa di andarsene, dubitando non si fermassino in quello stato, e cosí avervi compagni al governo e alle prede: e aveva atteso, mentre che loro perdevano tempo, a fare battere i grani e le biade per tutto lo