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sí lunga espettazione, giunte a’ dieci dí di giugno nel golfo di Napoli: perché se bene i cavalli di dentro uscendo continuamente, non verso l’esercito ma in quelle parti nelle quali credevano potere trovare vettovaglie, riportassino quasi sempre prede, massime di carnaggi, nondimeno, benché giovassino molto, non erano tante che, privati della comoditá del mare, potessino lungamente sostentarsi. Affliggevagli la peste grande, il mancamento de’ danari, la difficoltá di sostenere i fanti tedeschi, ingannati molte volte da vane speranze e promesse, e de’ quali qualcuno alla sfilata andava nello esercito inimico: benché a ritenergli potesse molto la grazia e l’autoritá che aveva appresso a loro il principe di Oranges, restato per la morte di don Ugo con autoritá di viceré: il quale fece prigione il capitano Catte guascone, delle reliquie del duca di Borbone, con molti de’ suoi; e poco dipoi, per sospetto vano, fece il simigliante di Fabrizio Maramaus, benché presto lo liberasse. Da altra parte, nell’esercito franzese augumentavano continuamente le infermitá; le quali erano cagione che Lautrech, per non avere a guardare tanto, non procedesse alla perfezione delle ultime trincee, le quali, anche per l’impedimento di certe acque tagliate, avevano difficoltá di finirsi. Era anche nello esercito carestia, piú per poco ordine che per altro. Nondimeno Lautrech sperava piú nelle necessitá che erano in Napoli che non temeva delle sue difficoltá; e o per questa cagione, persuadendosi aversi presto a finire, o per mancamento di denari non faceva nuovi fanti, come da tutto lo esercito si desiderava per la diminuzione grande, per i morti e per gli infermi non solamente nelle genti basse e ne’ soldati privati ma giá nelle persone grandi e di autoritá; perché il quintodecimo dí erano morti... nunzio del pontefice e Luigi Pisano proveditore viniziano. Sperava anche di fare passare all’esercito tutti o la maggiore parte de’ fanti tedeschi, pratica nella quale, prima il marchese di Saluzzo e dappoi egli, avevano lungo tempo vanamente confidato. Le medesime cagioni, e la speranza che gli era data di fare passare all’esercito alcuni cavalli leggieri che erano in Napoli, lo ritenevano