Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. V, 1929 – BEIC 1848561.djvu/263

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libro decimonono - cap. x 257

accordato col re di Francia di esserne governatore lui e non il padre, la volterebbe con pochi fanti. I quali progressi, e il sapere quanto fussino diminuiti di fanti, aveva assicurato, in modo Antonio de Leva del pericolo di Milano che e’ mandò Filippo Torniello, con pochi cavalli e trecento fanti, a ricuperare Novara e i luoghi circostanti, mentre che i franzesi e i viniziani erano tra il Tesino e Milano: il quale, entrato per la rocca che si teneva per loro, ricuperò Novara, e dipoi uscí fuora con le genti a predare e raccôrre vettovaglie. Ma accadde che essendo uscito della rocca e andando per la terra il castellano di Novara, due soldati sforzeschi e tre di Novara che erano nella rocca prigioni, ammazzati, con aiuto di alcuni che lavoravano nella rocca, e presi certi fanti spagnuoli, l’occuporono, sperando essere soccorsi da’ suoi; perché il duca di Milano, come aveva inteso la partita del Torniello da Milano, dubitando di Novara, aveva mandato a quella volta Giampaolo suo fratello con non piccolo numero di cavalli e di fanti, che giá era arrivato a Vigevano. Ma il Torniello, come seppe il caso della rocca, tornò subito a Novara, e con minacci e con preparazione di dare lo assalto spaventò in modo quegli soldati sforzeschi che, pattuita solo la sua salute senza curarsi di quella de’ novaresi che erano con loro, arrenderono la rocca. Deliberossi adunque di infestare Milano con le genti de’ viniziani e del duca di Milano: benché il duca di Urbino disse che, per essere piú vicino allo stato de’ viniziani, non si fermerebbe a Moncia ma a Casciano; e San Polo, il quale era alloggiato alla badia di Viboldone, deliberò di tornare di lá dal Po per andare verso Genova. Con questo consiglio andò ad alloggiare a Landriano, lontano dodici miglia da Milano tra le strade di Lodi e di Pavia. E volendo andare il dí seguente, che era ventiuno di giugno, ad alloggiare a Lardirago alla volta di Pavia, scrive il Cappella che mandò innanzi l’artiglierie e i carriaggi e la vanguardia, e lui partí piú tardi con la battaglia e col retroguardo; e che il Leva, avvisato dalle spie del ritardare suo e della partita dell’antiguardia, uscí di notte di Milano con la gente incamiciata (egli, perché aveva giá