Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. V, 1929 – BEIC 1848561.djvu/341

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nota 335

ne vediamo la massima diligenza nella raccolta del materiale non mai sufficiente, l’acuto esame per vagliare e concordare fonti discordi, lo sforzo per l’esattezza e la chiarezza dell’espressione senza che nulla sia dimenticato, l’incontentabilitá e la ricerca della perfezione. È tutta una mirabile creazione nelle sue diverse fasi: prima espressione del pensiero, correzioni, rifacimenti, completamento dell’idea, aggiunte per bisogno di precisione; nella forma, nei periodi lunghi, complessi, ricchi d’incisi, è riflesso il pensiero poderoso, che nulla ha trascurato di quello che si presentava come materiale sempre piú ricco e piú complesso e necessario; necessario perché rendeva piú intiero il groviglio di cause determinanti gli avvenimenti, piú precisi gli stati d’animo ed i caratteri dei personaggi, gli accidenti che avevano influito sullo svolgimento e sull’esito dei fatti, i risultati e le conseguenze o inaspettate o apparentemente sproporzionate.

Il Rostagno pubblica una pagina del quaderno in cui il Guicciardini poneva a se stesso quesiti d’ortografia (nota a p. xxxiii), e opportunamente osserva: «su coteste pagine, che sono del resto soltanto un frammento acefalo, assistiamo, anzi partecipiamo, alle considerazioni e ai dubbi, agl’impulsi e alle riflessioni, che nel maggior secolo della nostra letteratura, quando la lingua ha conseguita la propria pienezza, muovono e regolano o sospendono e trattengono la penna d’uno scrittore toscano, e quale scrittore!, che sente cosí le influenze umanistiche come le proprietá idiomatiche, e fra queste e quelle interroga se medesimo». Ecco la pagina dei quesiti:

— Se s’ha a scrivere colliso o disteso dove concorrono vocali: o in qual (sic) e molti altri. «Quello che» o «Quel che».

Gli articuli, se per E o per I; cioè II o El, I o E.

Se s’ha a usare la «x» o la «ss» doppia, o semplice, nelle prime e seconde lettere o nel mezo. «Exemplo», «Extravagante», «Expectare», «Explicitamente»: o in tutto secondo e [1] Latino.

Se dove el latino ha el «b» e «s», «observare», e simili, si scriva «osservare»; e cosí dove è el «p» et «s», «Epso» «Epsi». Se el «z» s’ha a raddoppiare, «Polizza», e simili.

«Deliberare», «Delicato», e simili, se per E o per I.

«Deliberato di scrivere» vel «Deliberato scrivere»: e cosí se si exprime in simili modi el segno del caso innanzi a verbi. «Di» «Da», e simili.