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subito Malatesta Baglione, con trecento uomini d’arme trecento cavalli leggieri e cinquemila fanti, alla espugnazione di Cremona; impresa giudicata facile, perché vi erano dentro poco piú di cento uomini d’arme dugento cavalli leggieri mille elettissimi fanti tedeschi e trecento spagnuoli, pochissime artiglierie e minore copia di munizioni, non molta vettovaglia, il popolo della cittá, benché invilito e sbattuto, inimico, il castello contrario; il quale benché fusse stato separato dalla cittá con una trincea, nondimeno, per relazione di Annibale Picinardo castellano, si poteva sperare di torgli i fianchi, e però facilmente di espugnarla. Andò Malatesta con questi consigli a Cremona: per la partita del quale essendo diminuite le genti dello esercito, non stava il duca di Urbino con leggiero sospetto che le genti che erano in Milano non assaltassino una notte gli alloggiamenti, tanto erano lontane le cose dalla speranza della vittoria. Commettevansi nondimeno spessissime scaramuccie, per ordine di Giovanni de’ Medici; nelle quali benché apparisse molto la sua ferocia e la sua virtú, e il valore de’ fanti italiani stati oscuri insino che cominciorno a essere retti da lui; nondimeno non giovavano, anzi piú presto nocevano, alla somma della guerra, per le frequenti uccisioni de’ fanti esercitati e di maggiore animo.

Ma in questo mezzo i successi avversi delle cose avevano indebolito molto dell’animo del pontefice, non bene proveduto di danari alla lunghezza, la quale giá appariva, della guerra, né disposto a provederne con quegli modi che ricercava la importanza delle cose, e co’ quali erano soliti a provederne gli altri pontefici, non era bene sicuro della fede del duca di Urbino, né confidava molto della sua virtú: ricevuta anche grandissima alterazione che nella declinazione delle cose avesse dimandato il capitanato generale, onore solito a dimandarsi piú presto per premio della vittoria. Ma lo turbava ancora molto piú il non si vedere che gli effetti del re di Francia corrispondessino alle obligazioni della lega, e a quello che ciascuno si era promesso di lui. Perché, oltre all’essere proceduto molto lentamente al pagamento de’ quarantamila