Pagina:Guicciardini, Francesco – Storie fiorentine dal 1378 al 1509, 1931 – BEIC 1849436.djvu/134

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Sendo adunche chiara la cittá, che per le mani di questi principi non avevamo a essere restituiti nel dominio nostro, sempre dinegò volere entrare nella lega e lasciare el re Carlo, con tutto che ne fussi richiesta instantemente e con molti minacci; anzi, sempre mostrando volere seguitare la parte di Francesco instigava di continuo el re a dovere passare. Per la qual cosa e’ signori della lega, per levare al re questo stimolo di passare in Italia e tòrgli ogni disegno potessi fare de’ fatti nostri, feciono alla fine di settembre venire in Italia Massimiano re de’ romani, promettendogli favore di gente e di danari a conseguire la corona dello imperio, ed in tal numero che e’ ci potessi sforzare a entrare nella lega. Sendo adunque a’ confini di Italia, mandò imbasciadori a Firenze, e’ quali oltre a chiedere passo e vettovaglia, confortassino la cittá a volere essere buoni italiani; fu loro risposto che si manderebbe imbasciadori alla maestá sua che gli satisferebbono; e poco poi intendendo che era giá nello stato di Milano, vi fu mandato oratori messer Cosimo de’ Pazzi vescovo di Arezzo, e messer Francesco Pepi, avendo prima rifiutato Piero Guicciardini e di poi Pierfilippo Pandolfini.

Costoro, giunti in Lombardia, trovorono era giá ito a Genova per imbarcarsi quivi per alla volta di Pisa; e seguitatolo lá, gli esposono la commessione, dimostrando quanto la cittá era desiderosa di compiacergli, e quanto frutto lui potrebbe cavare della amicizia di quella, se la richiedessi delle cose che aspettassino solo alla proprietá sua; ma che la richiesta dello entrare in lega non era onesta, sendo contro alla fede loro, e non volendo, chi gli aveva ingiustamente spogliati, restituirgli; la quale cosa eziandio toccava alla maestá sua, vedendo continuamente crescere quegli che naturalmente gli erano inimieissimi. Cognosceva lo imperadore essergli detto il vero, nondimeno non poteva rispondere se non quanto gli commetteva la lega; e però, el di che si imbarcò per a Pisa, disse agli oratori che per le molte occupazioni non aveva potuto rispondere loro risolutamente, ma che el legato del papa che era in Genova, risponderebbe lui. Andorono al