Pagina:Guicciardini, Francesco – Storie fiorentine dal 1378 al 1509, 1931 – BEIC 1849436.djvu/185

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cioè di imborsare tutti quegli che avessino vinto per la metá delle fave e una piú, e però davano le fave bianche a ogni cosa. Fecesene pratica; e veduto quanto importava Pisa alla cittá e come la impresa, per essere e’ pisani soli, era molto riuscibile e piú che fussi stata in tempo alcuno doppo el 94, con tutto che el desiderio del popolo si cognoscessi dannoso alla cittá, pure per meno male si conchiuse di fare una nuova provisione di danari, nella quale si congiunse che gli ufici di drento si eleggessino come quegli di fuora, eccetto che e’ si nominassi chi doveva andare a partito. E cosi proposta questa provisione, era ei popolo tanto infastidito del pagare danari, ed anche aveva si poca fede in Paolo Vitelli, che non si sarebbe vinta; se non che Francesco Gherardi gonfaloniere con tanta destrezza ed umanitá e con modi tanto dolci e da prudente seguitò di proporre la provisione, che finalmente per virtú sua, benché non sanza difficultá grande, si ottenne. La quale vinta, subito si dettono danari in campo, ed el capitano nostro andatone a campo a Cascina con sua grandissima gloria in pochissimi di la espugnò. Benché, come lo menava la sorte sua, questa vittoria gli multiplicassi carico col popolo; perché in Cascina fu preso Rinieri figliuolo di messer Pietro Paolo dalla Sassetta, el quale, sendo nella guerra de’ pisani a’ soldi nostri, si era di poi partito occultamente, non so per che cagione, ed itosene a Pisa, dove in ogni tempo, e massime quando el duca Ercole détte el lodo, aveva operato assai contro alla cittá, confortando allora e’ pisani a non volere ratificare; e perchè questi portamenti erano in lui tanto piú molesti quanto piú erano alieni da uno nostro raccomandato e che fussi stato a’ soldi nostri, però era in sommo odio al popolo. Aggiugnevasi che sendo costui stato non molto innanzi a Milano, si riputava che se el duca malignava nelle cose di Pisa, di che la cittá non era in tutto chiara, lui sapessi el segreto suo; e però sendo lui stato preso, fu subito scritto al capitano che l’aveva nelle mani, lo mandassi a P’irenze; e si giudicava che da poi che e’ fussi esaminato di quello sapeva, gli sarebbe tagliato el capo; ed aspettandosi a Firenze, venne