Pagina:Guicciardini, Francesco – Storie fiorentine dal 1378 al 1509, 1931 – BEIC 1849436.djvu/204

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XX. Il re di Francia manda aiuti a Firenze contro Pisa. — Insuccesso dell’impresa. — Disordini di Pistoia. — Panciatichi e Cancellieri e loro fautori in Firenze. — Dissensi interni.—Primo gonfalonierato di Piero Soderini. 1500. Cominciò di poi l’anno 1500, con grandissima speranza di reintegrarsi delle cose nostre. Erasi la cittá molto rallegrata della vittoria del re, perché, sendo lui espedito, pareva potessi attendere a mandarci le gente alla impresa di Pisa, come era obligato pe’ capitoli fatti a Milano; e tanto piú si credeva lo dovessi fare, quanto piú doppo la perdita di Milano eravamo stati constanti seco, e pagatogli quegli aiuti a che eravamo tenuti, e lui aveva continuamente promesso che riavendo Milano, riconoscerebbe la fede e fatiche nostre; e si presupponeva che, mandandoci le gente, la riputazione e forze loro fussino tali che assolutamente ci avessino a insignorire delle cose nostre. Fu adunche per publica commessione richiesto dagli oratori nostri, ricordatagli la integritá ed affezione della cittá, di volerci osservare le promesse; ed inoltre Lorenzo Lenzi, uno degli oratori, uomo vólto al bene ma poco prudente, lo richiese sanza averne commessione, di Siena e Lucca; a che rispondendo el re: «se io ve le dessi, che daresti voi a me?» rispose in modo appiccò la pratica di danari. Della quale cosa ebbe a Firenze carico grandissimo, parendo che questa offerta potessi essere cagione di fare pensare al re in che modo potessi cavare della cittá tanta somma