Pagina:Guicciardini, Francesco – Storie fiorentine dal 1378 al 1509, 1931 – BEIC 1849436.djvu/282

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XXVI.

Mortt- del cardinale Ascanio. — Impresa dell’Alviano contro Firenze. — Sua disfatta. — Nuovo campo contro Pisa, ed assalto nel quale i fiorentini sono respinti. — Opposizioni contro il Soderini. — Il Machiavelli e le nuove ordinanze della milizia. — Bernardo Rucellai. 1505. L’anno 1505, fu in Firenze nel principio carestia grande, che el grano valse lo staio uno ducato, in modo si dubitò assai che e’ poveri e ’l popolo non facessino tumulto; pure si manteneva la brigata, per essersi condotta buona quantitá di grano a Livorno, che prevedendo la futura carestia si era fatto venire di Francia e di Pollonia. Ma accadde che le gente nostre, faccendo una scorreria, furono per loro disordine rotte al Ponte a Capelletto da’ pisani molto inferiori di numero; per la quale cosa e’ nimici, rimasti superiori alla campagna. impedivano la venuta del grano da Livorno; pure finalmente si prese tale ordine, che venendo qualche parte de! grano ed apressandosi la ricolta, la carestia si sopportò. In detto tempo el re di Francia cominciato a migliorare, guari fuora di speranza con tanta velocitá, che in pochi di fu fuora dí pericolo; da altra parte, come sono vani e fallaci e’ disegni degli uomini, monsignore Ascanio, essendo sanissimo, mori a Roma in dua o tre giorni, e dissesi di peste; e cosi ri subito guarire del re e la improvisa morte di Ascanio ruppe un disegno ed ordito grande che si era fatto. Nondimeno Bartolomeo d’Albiano, non avendo faccende e trovandosi in