Pagina:Guicciardini, Francesco – Storie fiorentine dal 1378 al 1509, 1931 – BEIC 1849436.djvu/89

Da Wikisource.

X. Successione di Piero di Lorenzo. — La sua indole e la sua politica. — Morte di Innocenzo Vili ed elezione di Alessandro VI. — Piero si unisce agli Orsini e al re di Napoli, distaccandosi da Lodovico Sforza che inizia pratiche per far venire Carlo Vili in Italia.— Morte del re Ferdinando.

Morto Lorenzo, e’ cittadini dello stato ristrettisi insieme si risolverono che lo stato continuassi in Piero, e lo abilitorono pe’ consigli agli onori, gradi e prerogative aveva el suo padre Lorenzo, ed in effetto transferirono in lui tutta quella autoritá e grandezza. El papa, Napoli, Milano e gli altri principi e potentati di Italia mostrorono dolersi assai della morte di Lorenzo e mandorono imbasciadori a Firenze a condolersi, ed inoltre a raccomandare e’ figliuoli e confortare che per buono stato della cittá conservassino a Piero el grado del padre, faccendo in effetto tutti a gara di guadagnarsi Piero e farselo benivolo. Ed infra gli altri furono le dimostrazione del signore Lodovico grandissime, mandando per imbasciadore iriesser Antonio Maria da Sanseverino, figliuolo del signore Ruberto, uomo riputato assai e caro al signore Lodovico, ed accumulando tutti quegli segni di affezione e benivolenzia erano possibili. Furono questi principi di Piero si grandi, avendo si gagliardamente in beneficio suo la unione della cittá ed el favore de’ principi, che se a tanta fortuna e stato fussi pure mediocremente corrisposto la prudenzia, era in modo confitto in quella autoritá, che era quasi impossibile