Pagina:Guida della montagna pistoiese 1878.djvu/117

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cutigliano 107


V’è abbondanza di latte e di burro, di trote, di fragole e di lamponi. Vi hanno poi due buoni macelli.

Fino dai tempi dei Longobardi fu di qui all’Alpe alla Croce il varco per la Lombardia.

Ebbe il Paese il palazzo pretorio, ora del Comune, fino dal 1377 residenza dei Capitani della Montagna, dei quali serba ancora gli stemmi. Fra i capitani si novera un Bonaparte, come resulta da una iscrizione nella sala di detto palazzo, dove leggesi: «Al tempo di Gio. Filippo di Mario Bonaparte di San Miniato, Capitano della montagna dal 1742 al 1745;» di quel ramo che si è creduto che appartenesse alla famiglia imperiale.

Nella Chiesa plebana, alla quale si giunge per un viale piano e fiancheggiato da grossi abeti, sono da osservare i pregiati dipinti: San Bartolomeo che libera un’ossessa, del Vini, detto Bastian Veronese (1570); la Circoncisione, di Giovanni da San Giovanni (1620); la Beata Vergine del Rosario, di Matteo Rosselli; la Natività di Maria, di Niccodemo Ferrucci; la Beata Vergine e alcuni Santi, creduto del pistoiese Fra Paolino scolare del Della Porta. Furono restaurati nel 1839. Nel già convento delle Clarisse è la scuola femminile pubblica. Nella chiesetta contigua si nota la Beata Vergine con Santi, del Pignoni; la Concezione, di Matteo Rosselli; un monumento con busto in marmo a Lucia Pagliai conterranea. Nella chiesa della compagnia son lavori dei Della Robbia, e una tela del pistoiese Pietro