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136 da boscolungo ai bagni di lucca


tinte sparse dal sole ardente sui colli lontani. La bellezza di queste tinte che andavano variando e succedendosi ad ogni istante, le allegre grida dei pastori che si chiamavano da un monte all’altro, formavano un vero incanto! Quanta vita, quanta luce, che magnifica varietà di colori! Intanto io non pensava che in questa stagione il crepuscolo era brevissimo, e che tosto avrei la notte alle spalle; e fu solo quando m’inoltrai sempre più nel folto del bosco senza poter più scorgere la minima traccia, che m’accorsi dell’errore di non aver affrettato alquanto il passo. La luce era scomparsa al punto che non vedeva più che a pochi passi innanzi a me. Il partito più savio allora si fu quello di prendere la direzione più breve verso il mormorio dell’acqua; perchè vi doveva essere per certo un qualche sentiero lungo il torrente. Per un quarto d’ora dovetti affaticarmi in mezzo a grossi macigni, rotolati dall’alto del monte e mascherati dall’ombra delle piante che vi crescono intorno.

«Giunto alfine sul sentiero, non tardai a trovarmi in una regione a me ben nota. Sorgeva quindi la luna piena rivelando colla sua luce nuove scene di bellezza e procurandomi così nuovi godimenti al termine di una passeggiata di 13 ore, parte in carrozza e parte a piedi. Non devo terminare questa lettera senza pagare un ben giusto tributo di lode alla costante e general cortesia dei pastori in queste ed in altre montagne da me percorse. Ho trovato fra di loro uomini intelligenti e capaci di