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onori nella scultura, e fiorirono contemporaneamente in Firenze, Baccio Bandinelli, Vincenzio Danti, e molti altri di pregio non volgare nell’arte anzidetta.

Anche l'Architettura a rifiorir tornò per opera dei Toscani. Nei secoli della barbarie era talmente decaduta, che al dir del mentovato Vasari: Facevasi allora fabbriche senz’ordine con stranissime invenzioni, con disgraziatissima grazia, e con peggiore ornamento.

Sorsero fra di noi pertanto Arnolfo di Lapo nativo di Colle di Val d’Elsa architetto del tempio di S. Croce, della Metropolitana e del Palazzo della Signoria, Fra Giovanni da Campi, Fra Sisto, Fra Ristoro Domenicano Giotto, Michelozzo, e V Orcagna il quale sdegnoso di seguire la traccia de’ suoi predecessori e sostituendo l’arco semicircolare a quello di sest’acuto costruì la magnifica loggia volgarmente detta dei Lanzi, che luminosamente attesta questa felice sua innovazione e in un la sua gloria. Ma nè V Or cagna nè gli altri tolsero a fatto la gotica maniera. Molto era lontana dalla perfezione, finché non giunse il Brunellesco che a passi di gigante valorosamente ve la condusse.

La lunga sua dimora in Roma, e gli studi che ei fece su quel classico suolo de’ resti più preziosi dell’antichità lo misero in istato di far rivivere nella sua patria,