Vai al contenuto

Pagina:Guido Carocci I dintorni di Firenze 01.djvu/235

Da Wikisource.

BARRIERA DEL PONTE ROSSO. 193

Arrigo VII a chiedere che l'Imperatore fosse accolto in Firenze, mentre aspettavano alla Lastra la risposta della Signoria, vennero assaliti da un’orda di popolo infuriato e dovettero fuggirsene malconci. Della Lastra, secondo quanto risulta dai documenti, furono originarj i Latini ed in particolar modo Messer Brunetto poeta e maestro dell'Alighieri.

Diverse antiche famiglie illustri di Firenze ebbero fin da tempo remoto case di campagna alla Lastra e fra le altre gli Arrigucci, gli Adimari, i Medici, i Doni di Lippo.

La Lastra o il Pino. - Villa Luti. — Ai piedi della salita della Lastra, sorge questa villa munita di torre che domina la sottoposta valle del Mugnone. Nel XV secolo era una casa della famiglia Lorini dalla quale passò ai primi del secolo successivo nei Calippi, e poco dopo nei Cavalloni e nei Nettoli. Questi la lasciarono in eredità ai Bartolini che si dissero Bartolini-Nettoli ed a tempo loro, ai primi del XVII secolo, dev’essere stata riedificata la casa a forma di ampia villa. Giovali Battista Fabbroni la comprò dai Bartolini nel 1624 e la rivendè nel 1659 ad Alessandro Leri; dai Leri passò nei Moreni e da questi nel 1751 nei Tognozzi che aggiunsero al loro il cognome de’ Moreni dei quali erano stati eredi.

La Lastra. - Villa Rasponi. — Sorge all’estremità inferiore del borgo della Lastra, circondata da un vago giardino che si stende fra le pendici del poggio di Monte Rinaldi e la valle del Mugnone. Fu antico possesso dei Medici e nel 1427 lo possedeva Andrea di Bernardo: più tardi apparteneva a Bartolommeo d’Antonio dei Medici detto il Capitano Mucchio. Fu di quella celebre famiglia fino all'anno 1589 in cui Lorenzo di Lorenzo lo vendeva a Piero di Dato Migliorati. Raffaello di Dato, con testamento del di 11 marzo 1612 lo lasciava in eredità alla Congregazione delle Minime Ancelle di S. Caterina in Via S. Gallo. Morti alcuni di casa Migliorati, gli operai della Congregazione n’entrarono in possesso nel 1678 e l’anno successivo la davano a livello a Panfilio di Pompeo Fabbri i successori del quale ne divennero poi liberi possessori e la ten-

13