Vai al contenuto

Pagina:Guido Carocci I dintorni di Firenze 01.djvu/262

Da Wikisource.
220 I DINTORNI DI FIRENZE.

In questo tratto della pianura fra le mura di Firenze, il borgo di Rifredi e la base della collina di Montughi sorgevano diversi edifizì che per la maggior parte vennero abbattuti prima dell’assedio.

S. Giovanni fra l'Arcora. — Era questo il nome di un antichissimo spedale con oratorio che apparteneva ai Cavalieri Gerosolimitani e che era stato fondato nel 1317 da Fra Jacopo Bartolini. Questi lo donò nel 1397 ad un altro Cavaliere dello stesso ordine, Fra Giovanni de’ Cerchi e quindi venne incorporato fra i beni della Commenda di S. Jacopo in Campo Corbolini di Firenze. Il locale doveva essere abbastanza ampio e decoroso e, secondo narra Giorgio Vasari, era stato adornato di affreschi da Buffalmacco e da Lippo, fiorentini. Lo spedale, che sorgeva presso il borghetto del Romito, venne totalmente distrutto nel 1529, prima dell’assedio e non ne restò traccia alcuna.

Così pure disparve ogni traccia di un altro piccolo spedaletto per i lebbrosi che la Signoria aveva edificato lungo la via fuor di Porta Faenza, nella località chiamata Campo Luccio. Esso era dedicato a San Lazzaro.

Romito o Romituzzo. — Oggi è un borgo assai popolato che occupa un lungo tratto della strada che dalla Barriera del Romito conduce a Rifredi; ma le case che lo costituiscono sono per la maggior parte di moderna costruzione. L’origine del nome di questa località, sostituito a quello più antico e più generico di Tra l'Arcora, devesi ad un romito il quale vi fabbricò una piccola casetta ed un oratorio dedicato a S. Lucia. Il romitorio fu convertito in tempi lontani in spedaluzzo che fu soppresso come tanti altri e poi trasformato. L’oratorio di S. Lucia sorgeva dov’è oggi un tabernacolo con un bassorilievo di terracotta, rozza maniera, nel luogo in cui dal Romito muove la strada che conduce ai Macelli comunali.

Questo tratto di campagna che dipendeva dalla chiesa di S. Lorenzo di Firenze, doveva essere in origine popolato di ville e di casamenti; ma come abbiam detto dapprima, la maggior parte di essi venne sacrificata ai bisogni della difesa della città nei giorni che precedettero il memorando assedio.