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296 I DINTORNI DI FIRENZE.

favorito. Nei pietrami della villa si veggono tuttora le armi di quella famiglia e la loro ben nota impresa dei tre papaveri col motto per non dormire. Nella località dove sorge questa villa esisteva in epoca remota un bagno romano ed in alcuni lavori di scavo vennero infatti scoperti resti di costruzioni, impiantiti, frammenti di colonne e di statue, gradini di marmo ecc.

Quinto. - Villa dei Marchesi Torrigiani. — È un grandioso edifizio ridotto a carattere completamente moderno, per quanto sia d’antichissima origine. La villa ha dinanzi un delizioso ed ampio giardino con un laghetto, copiose fontane, e comodi viali che passano attraverso ad ombrosi boschetti e ad aiuole fiorite. Nel 1820 nella parte più bassa di questo giardino fu trovato un sepolcro etrusco formato di grandiose pietre che oggi servono di adornamento al laghetto creato nella località da esso in parte occupata.

La villa fin da’ primi del XV secolo apparteneva alla famiglia Guidacci che aveva le sue case a Firenze in Piazza della Signoria, vicino alla chiesa di S. Romolo.

Nel 1474 Vieri Guidacci vendè questo antico possesso a Francesco Boninsegni; ma i figli di lui lo ricomprarono nel 1485 e da allora restò costantemente a quella famiglia fino a che essa non venne a mancare. Il 28 aprile del 1650 la villa di Quinto pervenne in Messer Luca Torrigiani arcivescovo di Ravenna e nei fratelli, figli di Raffaello, per eredità di Cammilla loro madre figlia del Senatore Carlo Guidacci.

Nell’interno della villa, che l’attuale proprietario Marchese Senatore Pietro Torrigiani ha notevolmente abbellita, si conservano un tabernacolo dipinto da Giovanni da San Giovanni e degli affreschi di Jacopo Chiavistelli discepolo del Boschi.

Camporella. - Villa Malenchini. — Fino da’ primi del XV secolo questa villa si trova indicata con questo nomignolo, proprio di un esteso tratto di campagna compreso nei popoli di Quinto e di Colonnata. La casa da signore apparteneva allora ad un Piero di Ambrogio Ambrogi pezzajo, dal quale passava nella seconda metà di quel secolo in Ser Niccolò di Michelozzo Michelozzi. Ai primi