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BARRIERA DEL PONTE ALLE MOSSE. 351

grosso paese di quasi 7000 abitanti, formato da lunghe borgate che si distendono in ogni senso. Ha una bella strada centrale con decorose fabbriche, diverse piazze abbastanza ampie, un bel teatro dedicato a Dante, una vasta pieve, la residenza del Comune e della Pretura. Commercialmente ha importanza per la lavorazione della paglia, delle spazzole di saggina ecc.

Diversi uomini illustri ebbero qui i natali; ma su tutti prevale il ricòrdo di Fra Ristoro domenicano, architetto valentissimo al quale si deve in molta parte la costruzione della chiesa e del convento di S. Maria Novella.

Delle numerose famiglie fiorentine che ebbero abitazioni e possessi a Campi meritano speciale ricordo i Mazzinghi, originarj appunto di questo luogo dove furono padroni di palazzi, di ville e poderi. Anche i Foresi chiamati pure Filigni da Campi, i Del Troscia, i Del Vigna, i Brancacci, i Cantucci, i Cennamelli, i Sodi, i Bernardeschi ecc. ebbero la loro origine in questo castello o nelle sue vicinanze. Infiniti possessi v’ebbero pure fino dal XIV secolo i Rucellai e gli Strozzi.

Palazzo Comunale. — È un modesto edifizio il quale non ha d’importante che la copiosa raccolta di stemmi dei Podestà che vi risedettero ed un affresco della fine del XIV secolo rappresentante l’Annunziazione. Campi fu a capo di una delle Leghe del Contado che comprendeva anche i pivieri di Signa e di Brezzi e fino dalla metà del xiv secolo fu sede di un Podestà. Fu Podestà di Campi per sei mesi dell’anno 1523 Francesco Ferrucci, l’ultimo e glorioso capitano della Repubblica fiorentina.

Pieve di S. Stefano. — Questa chiesa è d’origine antichissima ed anteriore a quella della costruzione del castello; per tale ragione è fra le poche pievi che, contro la consuetudine, si trovano nell’interno di un castello. È ampia, a tre navate, ma nei molti restauri subiti ha perduto quasi affatto le tracce della sua primitiva struttura. Era provvista un giorno di cospicue rendite, talché venne spesso concessa a prelati illustri e benaffetti i quali raramente risedevano a Campi e vi esercitavano le loro funzioni. La pieve fu un giorno assai ricca di opere d’arte; ma oggi ben