Pagina:Historia della Sacra Real Maestà di Christina Alessandra Regina di Svetia.pdf/190

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furono il Marchese Angelelli, e’l Conte Odoardo Pepoli, ambidue Senatori, si vidde uscir un gran carro dorato, con 24 Palafrenieri vestiti di tela d’argento, con torcie in mano, tirato da 12 cavalli superbamente guerniti, sopra del quale sedeva vestita da Pallade Felsina, rappresentante Bologna, che Felsina appunto fu già chiamata all’hora, che fu la Città Reale della Toscana; più a basso stavano la Pace, la Fama, e la Guerra, che intercalavano il canto di Felsina, e doppo haver passeggiato il campo, fermossi alla presenza della Regina per introdurre le giostre. Cantò ella all’hora, che per applaudere a tanta Maestà, li Personaggi del Triumvirato, che sul fiume Lavino poco distante da Bologna si divisero il mondo, conducevano tre squadre di Cavalieri, che di Giostre di Quintana, e di rincontro haveriano ossequiato il merito della Maestà Sua. Tacque poi Felsina, e partita col suo seguito, dalli Mastri di campo furono introdotte le tre squadre guidate, una da Ottaviano Augusto, la seconda da Lepido, e la terza da Marc’Antonio, composta ogn’una di 6 Cavalieri, precedute da Trombetti, Paggi, e Palafrenieri con torcie accese in mano; ciascuna di queste bizzarramente abbigliata passeggiò il campo, accompagnata da due Padrini, e con due Cavalieri coperti di tutte l’armi per la giostra, che si doveva fare all’incontro. Le pennacchiere, & i cimieri erano altissimi composti di varietà di penne pretiose, ch’accrescievano leggiadria alla pompa della comparsa.