Pagina:Historia della Sacra Real Maestà di Christina Alessandra Regina di Svetia.pdf/205

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servì sin in Piazza. Quest’era illuminata con ben intesa proportione. L’ornamento del fuoco, col quale si simboleggiava la Maestà di sì gran Principessa, sparse tanto più luminoso il suo splendore, quanto più oscura era la notte. In varie guise disposti si vedevano fiammeggiar i Geroglifici alludenti al giubilo del Popolo per questo fortunato arrivo. Entrata la Regina nelle stanze del suo appartamento, e quivi preso un poco di respiro, fu invitata ad honorare con la sua assistenza un’Accademia, in cui si recitavano varie compositioni volgari, e latine, in lode di Sua Maestà, tra le quali spiccò grandemente la lettura d’un discorso fatto dal Signor Ridolfo nepote di Sua Eminenza, un’ode Pindarica del Sig. Lodovico Tingoli soggetto altretanto cospicuo per nobiltà, quanto riguardevole per le virtuose, e rare doti dell’animo, e che in fatti è uno de’ principali ornamenti di Rimini sua Patria, & altre compositioni de’ migliori Poeti della Provincia. Cenò Sua Maestà privatamente, e la mattina seguente, doppo haver sentito messa nel Duomo, pransò in publico col medesimo Cardinal Legato, con l’ordine tenuto negl’altri luoghi. Gli servì di coppa il sudetto Sig. Ridolfo, e di Scalco il fratello del Governatore, assistendo al servitio della tavola 12 soggetti primarij di quella Città, la quale siede in aperta campagna assai fertile, & amena, habitata da gente animosa, e di spirito, e che risente tuttavia della martialità de’ suoi primi fundatori.

Doppo il pranso partì la Regina da Forlì, condu-