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170 Historia della Regina di Svetia

effetto. Alla porta del Palazzo si trovarono dodici Paggi nobilmente vestiti, e con torcie in mano. Salì Sua Maestà le scale accompagnata dal Legato sin alle sue stanze. Una numerosa schiere di belle, e spiritose Dame bizzarramente adobbate complirono con lei nella sommità delle scale, e poco doppo fecero una solennissima festa, con danze ben’intese, & aggiustate. Vi si tenne pure una bella Academia, e tra la varietà delle compositioni, spiccarono alcuni parti del fertilissimo ingegno del Sig. Filippo Marcheselli, e del Signor Ludovico Tingoli antedetto. La Regina con grave maestà, e con gentilezza soave, gradì sommamente il tutto. Cenò privatamente, e ritiratasi al riposo, lasciò, che la notte godesse lo splendore de’ luminari, e fuochi, che quella bella Città accese in testimonianza del suo gioire.

Questa Città è assai antica, benché hoggi non molto grande. Alla parte del mare s’osservano alcuni avvanzi d’un gran Teatro, che già vi fu. Verso la porta, che va a Pesaro, si vede un arco di marmo eretto già in honor di Cesare Augusto; fuori della medesima porta si trova il fiume Arimino hora chiamato la Marecchia, e questi si passa sopra un ponte longo 200 passi, e largo quindici con cinque archi, spondato da grosse pietre pur di marmo lavorate alla Dorica, che congionge la Città col Borgo, fabricato in honore di Ottaviano Augusto. Vi resta pur anche qualche vestigio dell’antico porto, che non serve adesso, se non per picciole barche, essendo in maggior parte