Pagina:Historia della Sacra Real Maestà di Christina Alessandra Regina di Svetia.pdf/215

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Finirono quest’attioni verso le sett’hore della notte, la Regina cenò privatamente, & andò a riposare: la mattina de’ cinque, con la solita sua benignità, favorì le Monache di Santa Maria Madalena andando a messa alla loro Chiesa, e godendo d’una bella musica, che gli fecero. Havendo poi pransato, partì per Sinigaglia, servita in carrozza dal Cardinale con la stessa comitiva di carrozze, Cavalieri a cavallo, e guardia de’ Svizzeri, stando per tutto dentro, e fuori della Città spallierate, e squadronate le fanterie, e tirando dalle mura il cannone, molti mortaletti, e moschetti, come s’era fatto nell’ingresso. Pesaro è Città nobile: gentile, popolata, mercantile, e piena di nobiltà fiorita, e manierosa; è posta sul mare in sito allegro, & in grata prospettiva, tutta in piano, e staccata per molte miglia da colli, e monti: Ha buone mura, con terrapieni, e baloardi assai forti, oltre una bella rocca già edificata da Giovanni Sforza, ch’altre volte ne fu Padrone. Il Porto essendo atterrato, serve a legni piccioli, che navigano però con buon trafico a Venetia, & altre parti. Era questa Città ultimamente posseduta dalla nobilissima famiglia della Rovere; ma essendo mancata questa a giorni nostri senza successione mascolina, ricadé alla Sede Apostolica, come feudo di lei. Quivi solevano nove mesi dell’anno habitar i Duchi, che però vi havevano fabricato un Palazzo veramente Regio. Prese la Regina la via di Fano, a confini del quale si trovò Monsignor Bargellini Bolognese, soggetto