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Libro Primo 3

ficoltà faceva risplendere la virtù dell’ingegno, la fortezza dell’animo. La di lui generosità sprezzava quelle palme, e quegl’allori, che non eran inaffiati, e cresciuti a forza de sudori, e delle fatiche.

Quanto nelle battaglie appariva terribile, e spaventoso, così doppo l’acquistata vittoria, si mostrava benigno, mansueto, e pietoso. Intrepido ne’ pericoli, vigilante alle occasioni, saggio in ogni affare. Prencipe in somma, che sapeva tutto, che intendevasi di tutto.

Non s’è trovato Capitano con maggior affetto, et applauso seguito. Sodisfaceva ogn’uno con la lode, con le speranze, con la piacevolezza, e sopra tutto con la sincerità. Le azzioni virtuose erano in lui caratteri indelebili. Non dava mai alla oblivione i ricevuti servigij; grandi, o piccioli si fossero, li rimunerava, e li gradiva. Facetissimo ne’ discorsi, affabilissimo ne’ congressi. Trattava, e parlava senza fasto con tutti, e ben spesso, passando avanti al Popolo, & à Soldati, richiedeva loro, come stassero, che facessero, che volessero. Alla sua Mensa, e nelle sue stanze, mentre fu in campagna, ammetteva ogni gentilhuomo, e capitano privato. Soleva dire, esser la mensa il tormento del secreto, la rete con cui si pescano le amicitie, e affettioni. Sprezzò fuor di modo le cerimonie, e complimenti affettati, & à poco pratichi del suo genio, diceva, ò faceva dire, che riservassero quel corteggio per le Dame della Regina, ch’egli era in campagna per ammaestrare a combattere, non a regger danze.