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Libro Primo 11

meno col mezo de suoi rappresentanti.

A Doti sì grandi, e cospicue, mancava solo il lume della vera Religione. Il Cielo, come non poteva sopportare [Il Cielo gli è propitio.], ch’un’anima sì bella, & una mente s’ buona, andasse errando nelle tenebre della falsità, così gli fu cortese de’ suoi influssi, per cagionar effetti grandi, e mirabili.

La perspicacia dell’ingegno di lei fu svegliata dalla gratia Divina. Le inspirationi del Cielo cominciaron a destargli nell’animo il riconoscimento delle dissonanze, fallacie, e menzogne della setta, ch’Ella professava. L’affare era però delicato, né stimava bene di confidare i suoi motivi al credito di quei Ministri, il sapere de quali misurava già con miglior accuratezza, & avvedimento. Andava tra sé stessa considerando, che si come Dio fu sempre il medesimo, così la Fede di lui era la stessa, e’l fondamento di tutta la verità; onde non potevasi con ragione sopportare cosa alcuna alterata, e dissonante nella cognitione di quell’individuo, che deve esser un solo, & a sé medesimo sempre uniforme. Cominciò per tanto a scoprire la debolezza delle ragioni, con le quali i Luterani, & altri [Cominciano nell'animo suo divine inspirazione.] sostentano le loro novità, e fallacie, cominciò pure avedersi, che la Sacra scrittura intesa, e riverita con quella purità, e candore, col quale viene ricevuta, & insegnata nella Catedra di Pietro, somministrava argomenti troppo chiari, per convincere le menzogne. Si accorse che da’ seguaci di Lutero eran riprovati alcuni libri Sacri, non con altro fondamento, che del pro-