Pagina:Hoffmann - Racconti I, Milano, 1835.djvu/59

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non sa essere che franca, sensibile ed affezionata, ed egli trasporta colla stessa gradazione il suo amore nella figlia di un professore nominato Spallanzani, la casa del quale è posta dirimpetto alle sue finestre. Questa vicinanza gli procura l’occasione frequente di contemplare Olimpia seduta nella sua camera: ella vi resta delle ore intiere senza leggere, senza lavorare ed anche senza muoversi; ma a dispetto di questa insipidità e di questa inerzia egli non può resistere all’incanto della sua estrema bellezza. Questa funesta passione prende un accrescimento ben più rapido ancora, quando egli si è lasciato persuadere di comperare un occhialetto dal perfido Italiano a malgrado della sorprendente di lui somiglianza coll’antico oggetto del suo terrore e dell’odio suo. La secreta influenza di questo vetro ingannatore nasconde agli occhi di Natanaele ciocchè colpiva tutti quelli che avvicinavano Olimpia. Non vede in lei una certa durezza di maniere che rende la sua andatura simile ai movimenti di una macchina, una sterilità d’idee che riduce la sua conversazione ad un piccolo numero di frasi asciutte e brevi che ripete con-