Pagina:Hoffmann - Racconti II, Milano, 1835.djvu/78

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d’orrore. “Con vostra licenza, mia bella signorina!” disse la vecchia sorridendo; e prendendo una grossa scopa, la tuffò in una pentola di rame ed asperse l’interno del cammino.

Il fuoco si estingue, la camera si riempie di fumo ed una densa oscurità copre tutti gli oggetti; la vecchia che era entrata in una stanza vicina ritornò con una candela accesa, e Veronica non vide più nè gli animali nè i cenci; non era più che un granajo ordinario poveramente ammobigliato. La vecchia si avvicinò e disse con voce rauca: “Io so quello che tu vuoi da me, figlia mia! scommettiamo che tu vuoi sapere se Anselmo ti sposerà quando sarà consigliere!” — Veronica tremava dalla sorpresa ma la vecchia continuò: Tu mi hai già detto tutto nella casa del tuo papà, quando la caffettiera era davanti a te sulla tavola, poichè quella caffettiera era io; non mi hai tu riconosciuta? Ascolta, figlia mia, ascolta! Lascia, lascia correre quell’Anselmo, è una cattiva creatura; egli ha camminato. sul viso dei miei figli, dei miei cari figli, i piccoli pomi dalle guancie rosse, che fuggono dalle saccoccie dei compratori e