Pagina:I Duelli Mortali Del Secolo XIX, Battistelli, 1899.djvu/170

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cittadinanza genovese e dalle varie associazioni locali per onorare la presenza in Genova della Regina d’Italia.

Ma la determinante dello scontro fatale fu la cosidetta questione degli Ottanta, una poesia di Felice Cavallotti.

L’eco dell’attentato contro Re Umberto, compiuto a Napoli dal Passanante, non era ancora spento, quando il Re e la Regina d’Italia si recarono a visitare Genova. Ottanta giovanotti d’ogni ceto si proposero di formare una scorta d’onore alla vettura della Regina per tutto il tempo che la Sovrana avrebbe dimorato in Genova, dovunque si recasse.

Lo spettacolo dato da questi ottanta giovani che in frack e cilindro circondavano la vettura reale, seguendola a piccola corsa se i cavalli trottavano, poteva, come lo fu in effetto, essere variamente interpretato e non fu sempre benignamente giudicato.

La stampa radicale riscontrò in quest’atto di deferente abnegazione, che addimandava: servile cortigianeria, un vero e proprio oltraggio alla democrazia genovese in particolare, a quella italiana in generale. Dunque, dicevano i radicali, noi siamo in concetto di altrettanti Passanante? Dunque, si vuol far credere al mondo civile che il capo dello Stato e la sua signora, non possono passeggiare sicuri in una patriottica città, com’è Genova, perchè ci siamo noi?...

E in questo risentimento per l’offesa alla democrazia, più che la stampa genovese, era quella di fuori. Gli articoli e le note succedevano senza interruzione alle note e agli articoli di risentimento, esasperando sempre più gli animi, i quali raggiunsero il parossismo dell’irritazione, quando Felice Cavallotti stampò la sua poesia, che dai giovani di Genova fu appunto intitolata: Gli Ottanta.

Il Millelire, nipote dell’ammiraglio omonimo, un giovane piccoletto, magro, asciutto, bruno, con due occhietti neri pungenti e tutto fuoco, con le gambe leggermente arcuate, pubblicava in quel momento un giornaletto inspirato a idee ultra repubblicane; un giornale nervoso, che nervosamente sortiva, quando gli piaceva.

In questo foglio il Millelire attaccò con molta violenza gli Ottanta; dei quali uno solo, a quanto pare, mostrò di risentirsene, e quest’uno fu Mario Gibelli, studente.