Pagina:I Malavoglia.djvu/145

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con Brasi Cipolla? Si fa quel che si può, comare Mena. Se avessi potuto fare quel che volevo io, lo sapete cosa avrei fatto!... — Ella lo guardava e lo guardava, cogli occhi lucenti. — Sarei rimasto qui, che fino i muri mi conoscono, e so dove metter le mani, tanto che potrei andar a governare l’asino di notte, anche al buio; e vi avrei sposata io, comare Mena, chè in cuore vi ci ho da un pezzo, e vi porto meco alla Bicocca, e dappertutto ove andrò. Ma questi oramai sono discorsi inutili, e bisogna fare quel che si può. Anche il mio asino va dove lo faccio andare.

— Ora addio, — concluse Mena; — anch’io ci ho come una spina qui dentro.... ed ora che vedrò sempre quella finestra chiusa, mi parrà d’avere chiuso anche il cuore, e d’averci chiusa sopra quella finestra, pesante come una porta di palmento. — Ma così vuol Dio. Ora vi saluto e me ne vado.

La poveretta piangeva cheta cheta, colla mano sugli occhi, e se ne andò insieme alla Nunziata a pianger sotto il nespolo, al chiaro di luna.



IX.


Nè i Malavoglia, nè alcun altro in paese sapevano di quel che stavano almanaccando Piedipapera collo zio Crocifisso. Il giorno di Pasqua padron ’Ntoni prese quelle cento lire che ci erano nel canterano, e si mise il giubbone nuovo per andare a portarle allo zio Crocifisso.