Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, II.djvu/127

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486 I Nibelunghi

T’è caro il viver tuo, tosto ti rendi
310Sovra la sponda ancora. — Hàgen dicea:
     Oh! cotesto non far! L’anima mia
Tutta si turba. L’oro mio pigliate,
Oro è buono davver, per vostra grazia,
E noi di là con mille palafreni
315E con uomini assai, portar vi piaccia.
     E l’oltraggioso navalestro disse:
Ciò non mai si farà! — Forte, ampio e grande
Un remo ei sollevò, di cotal guisa
Hàgen colpì (davver! che di cotesto
320Ei fu cruccioso), ch’entro al navicello
Su le ginocchia cadde. Oh! più malvagio
Navalestro a quest’uom non incontrava
Che da Tronèga venne! Egli s’accese
Forte d’assai contro a l’ospite fiero
325E tracotante; e l’ospite sul capo
D’Hàgene colpo tal sferrò d’un palo,
Che il palo si spezzò. Davver! ch’egli era
Un vigoroso! Ma n’avea gran danno
Il navalestro d’Èlse. Alla guaina,
330Là ’ve un’arma trovò, rapidamente