Adunque il Calabron, che in pelle in pelle Sa queste cose, e di criterio manca, Ha sol dottrina degna di gonnelle?180 Onde se d’esse ne invernicia, e imbianca Il suo Volume: ecco che buon sol resta Pel foro, che sta in vetta alla doppia anca.183 Lo stesso dir si può, se non ha desta La mente a consultar medaglie, e marmi Antichi, in far de i tempi scorsi inchiesta.186 Includerà ne’ suoi scipiti carmi, Ch’Erodoto fiorì, quando quel Grande Sovra Massenzio fulminò colle armi.189 E dirà, che era nell’Etrusche bande Decio, allor che Cresci, ed Omnion soffriro, E fecer di valor prove ammirande.192 Così n’andrei d’altre scienze in giro, E dello studio di vetuste carte L’util farei veder, cui tanto ammiro.195 Che se alcun le raccoglie, e mette a parte, Benchè non le leggesse, una gran laude Pur mieter ei dovrebbe in questa parte.198 Perocchè a tempo fa ingegnosa fraude, E vieta, che periscan le memorie, A cui l’uom saggio con ragione applaude:201 E poscia ne contesse egregie storie, Onde l’Antichità presente rende, E della Patria suscita le glorie.204 Per altro verso poi chi cura prende Di studj più profondi, e Geometra All’inchiesta del ver sue voglie accende.207 O coll’ingegno suo volando all’Etra Metafisico egregio, alte cagioni Con lungo meditar scoprire impetra:210 Sicchè si ride di tanti Coglioni, Che avvallan Gesuitiche pastocchie, E tutto il lor cervello han ne’ calzoni:213 Anch’ei diletto alle nove Sirocchie, Intende il giusto, e scorge il meglio, e grave Nel suo pensar sia che la meta adocchie216 Del saper vero, del quale è la chiave La nobil Geometrica dottrina, E ciò che parentela con essa ave.219 Ora perchè la tua magra, e tapina, Musa, Venturi mio, si getta, e scaglia. Contro scienza si degna, e divina?222