Pagina:I promessi sposi (1825) I.djvu/155

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non so parlare come si conviene; ma si degni ascoltarmi. Per amor del cielo, per quel Dio al cui cospetto tutti dobbiamo comparire.....” e così dicendo, aveva preso fra mano e poneva dinanzi agli occhi del suo accigliato ascoltatore il teschietto di legno appeso al suo rosario, “non si ostini a negare una giustizia così facile, e così dovuta a dei poverelli. Pensi che Dio ha gli occhi sempre sopra di loro, e che le loro imprecazioni sono ascoltate lassù. L’innocenza è potente al suo.....

“Eh padre!” interruppe bruscamente don Rodrigo: “il rispetto che io porto al suo abito è grande: ma se qualche cosa potesse farmelo dimenticare, sarebbe il vederlo indosso ad uno che ardisse di venire a farmi la spia in casa.”

Questa parola fece salire una fiamma sulle guance del frate: ma col sembiante di chi inghiotte un’amarissima medicina, egli riprese: “ella non crede che un tal titolo mi si convenga. Ella sente in cuor suo che l’atto ch’io faccio ora qui, non è nè vile nè spregevole. Mi ascolti, signor don Rodrigo; e faccia il cielo, che non venga un giorno in cui si penta di non avermi ascoltato. Non voglia ripor la sua gloria..... qual gloria,