Pagina:I promessi sposi (1825) I.djvu/182

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impensato, tu non potessi, mandate un uomo fidato, un garzoncello di giudizio, pel quale io possa farvi sapere quello, che occorrerà. Si fa notte; convien ch’io corra al convento. Fede, coraggio; e buona sera.”

Detto questo, uscì frettolosamente e se ne andò saltelloni giù per quel viottolo torto e sassoso, per non giugner tardi al convento, a rischio di buscarsi una buona gridata, o quel che gli sarebbe pesato ancor più, una penitenza che lo impedisse il domani di trovarsi pronto e spedito a ciò che potesse richiedere il servigio dei suoi protetti.

“Avete inteso che cosa ha detto d’un non so che...... d’un filo ch’egli tiene per aiutarci?” disse Lucia. “Convien fidarsi di lui; è un uomo che quando promette dieci...

“Se non c’è altro......!” interruppe Agnese. “Avrebbe dovuto parlar più chiaro, o almeno tirar me in disparte e dirmi che cosa sia questo......

“Chiacchiere! la finirò io: io la finirò!” interruppe alla sua volta Renzo, andando furiosamente innanzi e indietro per la stanza, e con una voce, con un volto da non lasciar dubbio sul senso di quelle parole.

“Oh Renzo!” sclamò Lucia.