Pagina:I ricordi del Capitano D'Arce.djvu/31

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Giuramenti di marinaio 21

di suo marito... senza pensare ad altri. E mi si abbandonava tutta, con quella manina tremante di cui parevami di sentire le carezze e la febbre attraverso il guanto di Svezia; e intrecciava le sue dita alle mie, e si attaccava a me, voleva legarsi a me, per sempre — l’una dell’altro — col cuore gonfio ambedue di amore eterno, di costanza e di fedeltà — io a dispetto dei miei venticinque anni — ella col marito sulle spalle... ed Alvise, e tutti gli spergiuri latenti in una bella donna che ride volentieri, e ama sentirsi dire che il suo sorriso fa perdere la testa al prossimo.... Allora balbettai:

— Anche voi!... anche tu... giurami!...

Ella non rispose, colle mani nelle mie, gli occhi negli occhi, e una fiamma rapida le salì al viso: — Che posso farci? che posso farci? — voleva dirmi, povera donna. Ma a un tratto mi lesse in viso il nome di un altro, l’immagine odiosa del mio amico Alvise che tornava a mettersi fra di noi. — Oh! — mormorò, scolorandosi rapidamente. — Oh, d’Arce!

Chinò il capo, passandosi le mani sul volto, e non disse altro. Aveva una peluria bionda che moriva dolcemente sulla bianchezza immacolata della nuca.