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Pagina:I vecchi e i giovani Vol. II Pirandello.djvu/173

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del suo rimorso. Caso pensato. Se poi Dianella non fosse impazzita e si fosse a poco a poco quietata, era uomo Flaminio Salvo, avendo raggiunto lo scopo, da restar grato alla memoria di chi gliel’aveva fatto raggiungere, a costo della propria vita; e, per essa, al marito, rimasto vedovo? Ma se già, subito, per scrollarsi d’addosso ogni responsabilità, subito aveva gridato ai quattro venti che Nicoletta Capolino e Aurelio Costa avevano preso la fuga e che il Costa s’era licenziato ed era andato dunque a morire per conto suo, là, ad Aragona, insieme con l’amante!

Sì: fuggita col Costa, sua moglie; ma chi la aveva spinta a commettere questa pazzia? Chi aveva spedito a Roma il Costa con la scusa di quel disegno da presentare al Ministero? Chi aveva aizzato la gelosia, o piuttosto, il puntiglio di lei, facendole balenare prossimo il matrimonio della figlia col Costa? Ed egli, Capolino, egli, il marito, aveva dovuto prestarsi a tutte queste perfide manovre, che dovevano condurre a una tale tragedia; così, è vero?, per restar poi abbandonato, senza più alcuna ragion d’ajuto, raccolto il frutto di tante scellerate perfidie!

Ah, no, perdio! Di quel suo scatto non doveva pentirsi. Se egli aveva perduto la moglie, e lui la figlia! Pari, e di fronte l’uno all’altro. Ora il Salvo gli avrebbe soppresso ogni assegno. Toccava a lui, dunque, di provvedere subito anche ai bisogni più immediati. E ogni credito presso gli altri, con l’amicizia del Salvo, gli veniva meno.

Come fare? che fare?

Così pensando, Capolino brancicava con le dita irrequiete la medaglietta da deputato appesa alla catena dell’orologio. Aveva per sè, ancora, il prestigio che gli veniva da quella medaglietta. Per ora, il Salvo non poteva strappargliela dal petto. E con