Pagina:I vecchi e i giovani Vol. I Pirandello.djvu/207

Da Wikisource.


Corse nel camerino accanto, in cui dormiva; trasse da un cassetto del canterano una vecchia bambola, la sua ultima bambola di tant’anni fa, rinvenuta per caso alcuni giorni a dietro e a cui quel bestione di Emanuele Garofalo, senz’intender la pena che le avrebbe cagionato, aveva fatto di nascosto con la penna un pajo di baffoni da brigadiere; e venne a posarla sul petto d’Antonio Del Re; gli tirò su un braccio, perchè se la tenesse lì stretta, dicendo:

— Tieni; questa è per te! questa tu puoi amare!

E di corsa scomparve per la scaletta.

Antonio Del Re buttò la bambola nel grosso canestro da lavoro, che stava tra Mita e Annicchia. Nocio Pigna rimase un po’ a guardarla, accigliato; si curvò a osservarla davvicino; domandò:

— Che sono, baffi?

Per tutta risposta. Nino riprese la bambola e se la ficcò in tasca a capo all’in giù. Le due gambette, una calzata e l’altra no, rimasero fuori.

— E così il sangue le andrà alla testa! — disse allora Nocio Pigna. — Calma, calma, don Ninì! Ragioniamo. Veramente sarebbe meglio che voi ve n’andaste. La vostra condizione, in questo momento, con vostro zio a Girgenti, in ballo.... Noi qua dobbiamo lavorare. Si comincia adesso; poco possiamo fare; ma una voce almeno dobbiamo levarla, di protesta. Ora, io entro nel vostro cuore di nipote, e comprendo. Siete ancora ragazzo, figlio di famiglia: so come la pensate; certe cose non vi possono far piacere. Dovreste però entrare anche voi un poco nel mio cuore di padre, comprendere la mia responsabilità, mi spiego? e anche.... Don Ninì, sono un uomo esposto, voi lo sapete; un pover uomo lapidato di calunnie da tutte le parti: me ne rido; ma quanto a voi e ai vostri parenti, anche per riguardo a.... — come sa-